
In un mondo dove la viralità è sempre stata vista come il massimo successo di una campagna digitale, è ora di ripensare ciò che davvero conta per un brand. La viralità, con il suo fascino globale, è stata il simbolo del successo.
Ma cosa succederebbe se il vero impatto non fosse nelle masse, ma nelle conversazioni intime tra i nostri gruppi di amici? Ecco che dalla combinazione di friend e virality nasce il concetto di frirality. Il neologismo è stato coniato da un dirigente di Snapchat per descrivere l'influenza che si diffonde all'interno di reti più intime e private, come quelle tra amici o gruppi di fiducia, rispetto alla viralità tradizionale che punta a raggiungere una vasta audience pubblica.
A differenza della viralità, che punta a raggiungere milioni di persone, la frirality si concentra sulla forza delle raccomandazioni all'interno di cerchie ristrette, dove l'influenza è più autentica e duratura. Nel marketing futuro, i brand dovranno smettere di inseguire il successo virale e concentrarsi sulle connessioni personali. Un prodotto condiviso con un amico o raccomandato in una conversazione intima può avere un impatto più forte di qualsiasi post virale. La vera influenza risiede nei piccoli gruppi di fiducia, ed è lì che il marketing deve evolversi.

Negli anni '80, Dapper Dan ha trasformato le imitazioni di Gucci in un vero e proprio fenomeno ad Harlem, mentre negli anni '90 Aditoff sfidava Adidas, Krappa contrastava Kappa, e Le Shark finiva nei tribunali contro Lacoste. Un tempo, i grandi marchi temevano e contrastavano i bootleg, ma oggi hanno capito che cercare di allontanarli non solo è inutile, ma anche controproducente.
Il pioniere di questa nuova mentalità è stato proprio Gucci, che nel 2018 ha lanciato una collezione in collaborazione con quello che era considerato il suo più temibile imitatore: Dapper Dan. Oggi, i bootlegger, quelli bravi, vengono celebrati, autenticati e addirittura monetizzati, grazie al fenomeno esplosivo dei "dupes", amplificato dai social media e dalla cultura degli influencer.
Tra i protagonisti di questa rivoluzione troviamo GalXBoy, un talento sudafricano che sta ridefinendo lo streetwear, diventando lui stesso un marchio iconico e utilizzando una strategia di marketing che ormai viene vista come una situazione win-win.
Sempre più marchi emergenti e designer indipendenti stanno infatti sfruttando il fenomeno dei bootleg come una strategia per guadagnare visibilità e instaurare una connessione autentica con il pubblico. I consumatori, sempre più attratti da fenomeni di inclusività e contaminazione, guardano con ammirazione quei brand che non solo accettano, ma celebrano le imitazioni.

Immaginate di poter controllare i vostri sogni, proprio come nel film Inception. La start-up statunitense Prophetic sta lavorando per rendere questa possibilità realtà con Halo, un dispositivo che, attraverso suoni ad alta frequenza, permette ai sognatori di diventare più consapevoli e persino di manipolare i propri sogni.
Il lancio del dispositivo, previsto per la fine del 2025, si basa sul sistema Morpheus-1, che genera sequenze di attivazione neurale per favorire i sogni lucidi. Halo sfrutta tecnologie avanzate come EEG (elettroencefalogramma) e fMRI (risonanza magnetica funzionale) per raccogliere dati sul cervello durante i sogni e costruire mappe dettagliate delle attivazioni cerebrali.
Gli sviluppatori di Halo credono che i benefici non si limitino ai sogni lucidi, ma possano estendersi anche alla vita quotidiana, con studi che suggeriscono un miglioramento delle performance lavorative grazie all'esercizio nei sogni lucidi. Se si tratta di fantascienza o di nuove frontiere della tecnologia applicata al nostro inconscio, non lo scopriremo solo vivendo, ma anche e soprattutto sognando.

Il designer Fashion Tech sta trasformando il panorama della moda, combinando il prêt-à-porter, lo sport e l’intelligenza artificiale. Il suo obiettivo è creare capi capaci di rispettare i principi dell’economia circolare, promuovendo la sostenibilità e la tracciabilità dei materiali, per garantirne una lunga durata e un riciclo responsabile al termine del loro ciclo di vita.
In questa transizione ecologica della moda, dove “materiali intelligenti e tecnologie avanzate” sono le parole chiave, brand come Loro Piana, Moncler e Decathlon diventano tra i principali sostenitori dei nuovi Master in Fashion Tech. L’obiettivo della formazione è quella di creare nuove figure professionali capaci di affrontare le sfide di un settore sempre più interconnesso con l'innovazione e la responsabilità ambientale.
Con l'integrazione di tecnologie come la blockchain per la tracciabilità dei materiali o i wearable tech per l'interazione tra abiti e consumatore, gli aspiranti stilisti sono chiamati non soltanto a disegnare semplici modelli di vestiti, ma a ridisegnare un vero e proprio modello di vita. Potrà essere considerato Fashion solo ciò che riduce al minimo gli sprechi e massimizza la durata e la trasformazione dei capi.