3 min di lettura
The Brand Dispatch

Febbraio 2025

NASA. Dallo spazio al mercato. E ritorno.

La NASA continua a influenzare il nostro immaginario collettivo, non solo nello spazio ma anche sulla Terra. Nel 2020, il leggendario logo Worm, creato nel 1975 da Richard Danne e Bruce Blackburn, è tornato a splendere dopo quasi trent’anni di assenza, comparendo sul razzo Falcon 9 di SpaceX. Questo marchio, con le sue linee curve e futuristiche, era stato ritirato nel 1992 a favore del più classico logo “Meatball”, ma la sua estetica minimalista e tecnologica ha continuato a influenzare il design globale.

Oggi il Worm ispira brand come Asus, Sega e CNN, dimostrando come l’eredità visiva della NASA resti un punto di riferimento per il design contemporaneo. Ma non solo.

Se il design della NASA ha lasciato un’impronta indelebile, e non solo sulla Luna, il passo successivo non poteva che essere quello di portare la moda nello spazio.

La NASA ha infatti annunciato una collaborazione con Prada per la progettazione delle nuove tute spaziali destinate alla missione lunare del 2026. Presentata all’International Astronautical Congress, la tuta Axiom Extravehicular Mobility Unit unisce innovazione e stile. Realizzata con materiali all’avanguardia, proteggerà gli astronauti dalle temperature estreme e garantirà una mobilità senza precedenti, confermando che, anche nello spazio, il design ha un ruolo fondamentale.

Rainbow Wool. 100% lana inclusiva.

Rainbow Wool è la prima collezione di moda al mondo realizzata con lana di montoni gay, un'iniziativa che sostiene la Federazione Queer Diversity in Germania (Lsdv+).


I montoni gay, ovini che non si riproducono, sono spesso considerati inutili nell’allevamento industriale e destinati al macello. Il filato proviene da una fattoria di Löhne, nel Nord Reno-Westfalia, gestita dal pastore Michael Stücke, membro dell'Associazione Gayfarmer.


La collezione include articoli come lacci per scarpe, toppe e berretti e i ricavati sono destinati a progetti globali per i diritti LGBTQIA+, come il Queer Emergency Aid in Uganda, dove l'omosessualità è ancora un crimine punito severamente.


Stücke promuove anche l'adozione a distanza delle sue pecore, con l’obiettivo di espandere il suo gregge e sostenere più iniziative. Il progetto punta a sensibilizzare sull'inclusività e sulla lotta per i diritti delle persone queer in tutto il mondo.


Inoltre, Rainbow Wool sta cercando attivamente collaborazioni con aziende di moda per utilizzare questa lana unica in nuovi progetti. E perché il concetto di purezza diventi sempre più inclusivo.

Branded Podcast. Da Product Placement a Product Proactivity.

Il product placement affonda le sue radici negli anni '50 e '60, quando i produttori cinematografici iniziarono a inserire i marchi e i prodotti nei film come una forma discreta di pubblicità. L'idea era quella di integrare un prodotto nel contesto del film in modo che il pubblico lo vivesse in modo naturale, senza che venisse esplicitamente pubblicizzato.

Ma oggi i podcast stanno facendo un passo oltre. Nei format audio, sempre più spesso, le sponsorizzazioni non interrompono il flusso del contenuto, ma si integrano perfettamente, rendendo il messaggio pubblicitario parte della narrazione.

In alcuni podcast, come How I Built This di NPR, gli sponsor vengono presentati come risorse utili che, allineate ai temi trattati, creano un’esperienza fluida e coerente. I brand diventano strumenti per gli imprenditori, come nel caso di Squarespace, o si trasformano in veri e propri storytelling tematici come Replay All di Gimlet Media o, per restare in Italia, Tazzine di Lavazza.

Questo approccio crea una relazione con l’utente più rilevante, intima e autentica. Dove l’autenticità passa anche dall’opportunismo, quello sano in cui il rapporto con l’altro diventa uno scambio di opportunità. Di conoscere e di farsi conoscere.

No logo. Il superpoteri della riconoscibilità.



"Il logo non si tocca" è stata per anni la regola numero uno della pubblicità. Regola che oggi non vale più.

Fino a qualche anno fa le aziende erano molto attente a mantenere l’aspetto, la forma, i colori e la posizione del logo invariati in ogni comunicazione, consapevoli che il logo rappresentava il cuore della loro riconoscibilità e la connessione più immediata con i consumatori.

L’evoluzione della comunicazione e del marketing ha spinto alcuni leader del marcato a mettere in discussione l’importanza della visibilità del logo. “Mi si nota di più se ci sono o se non ci sono?” si domandava Nanni Moretti in Caro Diario.

Con il passare del tempo, un marchio acquisisce una riconoscibilità talmente forte che il logo può essere trasformato o addirittura rimosso aumentando l’efficacia della comunicazione. Parliamo delle OOH uscite per Heinz, McDonald’s e Tesco. Tre brand che negli ultimi mesi hanno deciso di mostrarsi senza logo, ma con la certezza di non passare inosservati. Perché permettersi di "nascondere" il logo e continuare a essere riconosciuti è la prova più schiacciante della propria notorietà.

Marzo 2025
Articolo Precedente
Marzo 2025
Marzo 2025
light