La giornata più redditizia per lo shopping online non si chiama più Black Friday, ma Singles Day. Nato in Cina negli anni 90 da quattro studenti universitari che volevano celebrare l’idea di essere single con feste ed eventi, il Singles Day è considerato oggi il più importante evento commerciale a livello mondiale.
La data non è stata scelta a caso. L’11/11 corrisponde infatti a quattro “uno”, che rappresentano i quattro individui che l’hanno celebrata all’Università di Nanchino per la prima volta. Ma la svolta commerciale arriva nel 2009 dal gigante cinese dell’e-commerce, Alibaba, che l’11 novembre lancia sulla sua piattaforma sconti mai visti per 24 ore.
Il Singles Day, occasione per fare un regalo speciale a un amico o semplicemente a se stessi, sta diventando una delle giornate più popolari per lo shopping anche in Europa, specialmente in UK e Germania. Su Google la parola single raggiunge 13.790.000.000 risultati, anche se una nuova corrente di pensiero preferisce usare il termine “self partnered”.
In ogni caso il posizionamento costruito dietro a questa nuova celebrazione è che “essere single ti consente di concentrarti meglio sui tuoi desideri e su quelli dei tuoi amici”. E a quanto pare consente ai brand di concentrarsi su un improvviso boom di acquisti.
“I computer sono stati in grado di digitalizzare la vista e l’udito, ma non l’olfatto, il nostro senso più profondo e più antico” dichiara Alexander Wiltschko di Osmo, società americana di intelligenza artificiale e spin-off di Google Research.
La startup ha realizzato uno studio sulla digitalizzazione dell’olfatto pubblicata sulla prestigiosa rivista Science, creando la prima “mappa principale degli odori”. Una mappa che, abbinando la struttura chimica alla percezione degli odori, è in grado di prevederne la perfetta descrizione semantica. Al momento sono state isolate 5.000 diverse molecole odorose, descritte da combinazioni di 55 descrizioni semantiche.
Il “naso artificiale” della IA è stato messo a confronto con 15 “nasi umani” nella descrizione di 323 odori inediti ed ha superato brillantemente la prova. Oltre ad aprire nuove possibilità alla ricerca scientifica sull’olfatto, la digitalizzazione degli odori rappresenta una grande opportunità per tutta l’industria delle fragranze, del cibo e anche dei repellenti.
Se da una parte siamo certi che la IA non potrà mai “sentire” un odore per mancanza del senso dell’olfatto, oggi sappiamo che imparerà ad acquisirlo, processarlo e tradurlo in un linguaggio che sarà sempre più perfetto.
Uova da agricoltura biologica, uova da allevamento all’aperto, uova da allevamento a terra: sulle confezioni delle uova ci sono diciture regolamentate che sembrano darci delle indicazioni molto precise.
Eppure, per i non addetti ai lavori, ossia la stragrande maggioranza dei consumatori, queste definizioni tendono a essere fuorvianti e in realtà poco chiare. Per rispondere a questa criticità , la società australiana Honest Eggs ha deciso di fare qualche passo in più, o meglio di farlo fare alle galline della sua farm del Victoria. Per dimostrare agli australiani, consumatori di 6.6 miliardi di uova all’anno, quanto sia vantaggiosa l’agricoltura rigenerativa, ha inventato il primo contapassi per galline.
Si chiama FitChix ed è un dispositivo tecnologico leggero che conta i passi e i movimenti delle galline mentre vagano per l’allevamento, permettendo all’allevatore di comprendere meglio la loro salute e le loro esigenze nutrizionali. Infine il conteggio dei passi viene stampato proprio sul guscio dell’uovo.
L’iniziativa è stata ideata e realizzata insieme a VMLY6&R, portando il brand australiano a distinguersi dalla concorrenza e a registrare in pochi mesi un aumento del 493% delle conversioni online. I consumatori hanno bisogno di trasparenza, ma a volte le diciture legali obbligatorie scritte sui pack non bastano a fare chiarezza. A volte serve un passo creativo e strategico in più.
WPP ha lanciato pochi giorni fa un proprio indice, chiamato WPP Creative Capital Index, volto a dimostrare alle aziende che la creatività può portare vero valore ai risultati aziendali.
“La creatività è un investimento, non una spesa. Il Creative Capital Index ci consente di quantificare il ritorno sull’investimento della creatività .” dichiara Katie Rigg-Smith, Chief Strategy Officer di WPP Australia e Nuova Zelanda.
Da questa misurazione risulta che i marchi con un capitale creativo più elevato generano un desiderio di acquisto nella mente dei consumatori che è 1,4 volte superiore rispetto a tutti gli altri marchi. Dopo aver studiato una serie di brand nell’arco di sette anni, WPP ha riscontrato un raddoppiamento del fatturato dei marchi con elevata creatività , indipendentemente dalla loro dimensione o dal livello di influenza.
Quanto un marchio riesce a essere visionario, a rompere gli schemi, a ribaltare un punto di vista, a creare atteggiamenti diversi e a costruire nuovi comportamenti proattivi. Sono questi gli ingredienti che fanno la creativitĂ di un brand. Ingredienti che stanno diventando sempre meno segreti e sempre piĂą misurabili. Un importante passo verso una nuova visione scientifica della creativitĂ .